Ian Mitchell: creare paesaggi vettoriali minimalisti con Affinity
Per Ian Mitchell, l’illustrazione non riguarda solo lo stile visivo, ma anche il luogo, la presenza e il processo. Dopo anni dedicati al design commerciale, ha cambiato direzione per creare paesaggi vettoriali essenziali ispirati ai luoghi che visita e fotografa. In questa intervista, Ian racconta come Affinity sia diventato una parte essenziale del suo flusso di lavoro e come affronta la sfida di semplificare il paesaggio senza perderne l’essenza.
Ian, parlaci un po’ di te e del tuo background creativo.
Ho studiato per ottenere una laurea in graphic design molti anni fa, prima dell’avvento dei computer. Ho poi lavorato nel settore pubblicitario come art director a Londra per alcuni anni prima di avviare la mia attività di consulenza nel campo della grafica nello Yorkshire. È stato allora che sono comparsi i primi computer e ho iniziato a imparare a creare grafica digitale per impaginazioni e illustrazioni vettoriali per la progettazione di loghi (utilizzando i programmi disponibili all’epoca).
Hai sempre saputo di voler diventare un artista?
Da quando ho memoria, ho sempre avuto la convinzione che il disegno sarebbe stato il mio futuro. Ho trascorso gran parte della mia giovinezza a fare schizzi e, dopo aver lavorato per anni nel campo del design commerciale, ho iniziato a sperimentare i paesaggi digitali (più di 20 anni fa). Dopo alcuni anni passati a conciliare il design commerciale con la mia altra attività di paesaggi digitali, ho deciso di concentrarmi interamente sul lavoro dei paesaggi vettoriali.
Cosa ti ha spinto a lavorare in stile minimalista con i vettori?
Fin dai miei primi interessi per i loghi e il design, ho adottato un approccio snello e minimalista nei confronti del paesaggio britannico. Mi piace camminare nella natura e scomporre mentalmente i panorami durante le mie passeggiate, cercando forme e modi per semplificarli. Lavorare con i vettori mi dà la flessibilità di salvare e testare diverse opzioni senza scartare idee o progetti.
Come decidi su cosa concentrarti e cosa tralasciare nelle tue scene paesaggistiche?
Nel corso degli anni, mi sono allenato a scartare mentalmente gli elementi di un paesaggio che ritengo superflui o che mi distraggono, in genere persone, automobili e dettagli eccessivi. Mi concentro invece sugli elementi strutturali principali che ritengo essenziali per costruire una visione estetica, come una strada o un sentiero, le ombre o il bordo di una scogliera.
Quale processo segui per la creazione di una nuova illustrazione?
Posso creare una nuova opera solo se il soggetto mi appassiona. Devo aver visitato personalmente il luogo, averci camminato, averlo vissuto e fotografato.
Una volta tornato nel mio studio, inizio a delineare e costruire la struttura, solitamente in bianco e nero, per farmi un’idea del disegno. Il mio obiettivo principale è sempre quello di creare un’immagine esteticamente piacevole con cui lo spettatore possa entrare in sintonia. Spesso porto avanti diversi progetti in varie fasi e mi dedico a ciascuno a intervalli regolari. È importante rivederli e guardarli con occhi nuovi, costruendoli man mano che procedo.
Nelle prime fasi lavoro rapidamente, fissando le idee con uno schizzo; le fasi successive sono invece più ragionate, metto a punto i colori e i dettagli fino a quando non sento che l’opera è finita. Per ragioni che non so spiegare, so sempre quando arriva quel momento.
Quando hai iniziato a utilizzare Affinity e cosa ne pensi?
Ho iniziato a utilizzare Affinity alcuni anni fa, dopo aver lavorato per molti anni con i vecchi programmi in voga all’epoca. Quando ho cambiato computer, non volevo essere obbligato a lavorare dal cloud. È stata una curva di apprendimento ripida, si sa le vecchie abitudini sono dure a morire, ma ne è valsa la pena. Affinity ha tutte le funzioni che mi servono.
Quali sono le tue funzionalità preferite?
Lavoro in modo molto semplice, utilizzo un tablet o un mouse con un Mac desktop, e sfrutto solo una minima parte delle potenzialità del programma. Finché posso disegnare nello stile che desidero, sono felice: non mi interessa molto esplorare le funzioni più tecniche. Detto questo, ho recentemente completato una nuova serie che combina vettoriale e raster, e la possibilità di passare da Vector Studio a Pixel Studio e importare immagini è incredibile.
Come scegli i luoghi in cui lavorare?
La maggior parte del mio lavoro raffigura principalmente il nord del Regno Unito, con alcune vedute del sud realizzate per motivi specifici. Sono particolarmente attratto dalle zone costiere e trascorrere del tempo passeggiando in questi ambienti è fondamentale per raccogliere materiale di riferimento. Paragono il mio processo a quello di un fotografo: mi piace vivere il paesaggio sotto luci diverse e in vari periodi dell’anno.
Come si svolge una tua tipica settimana di lavoro?
In genere, all’inizio della settimana mi trovo nell’entroterra degli Yorkshire Wolds, dove si trova il mio studio principale. È qui che preparo le vendite online per la spedizione, collaboro con un corniciaio locale e coordino le prossime mostre e le opere incorniciate necessarie per le gallerie con cui lavoro. Verso la fine della settimana, sono a Staithes, un pittoresco villaggio di pescatori nello Yorkshire, dove mia moglie (anche lei artista) e io gestiamo una galleria in cui esponiamo le nostre opere. Di solito passo lì un paio di giorni alla settimana e, se c’è troppo da fare, ne approfitto per portare avanti le mie illustrazioni. Oggi passo meno tempo a progettare e più tempo a vivere il paesaggio, cosa che ritengo altrettanto importante.
Qual è stata la sfida più grande che hai affrontato come artista?
Mi sento fortunato e sono grato che il mio lavoro abbia trovato un pubblico. All’inizio, però, ho avuto difficoltà come artista digitale, poiché molte gallerie e organizzatori di mostre guardavano con disapprovazione questa “nuova” pratica. Per fortuna, non è più così. La mia sfida più grande ora è quella di rimanere fedele al mio stile e di non farmi trascinare da troppe direzioni diverse.
Ci sono progetti che sogni di realizzare in futuro?
Nel corso degli anni ho avuto la grande fortuna di ricevere alcune commissioni meravigliose e di tenere mostre personali. Non ho grandi sogni o obiettivi, solo quello di continuare a fare il lavoro che amo.
È possibile ammirare altri splendidi paesaggi vettoriali di Ian sul suo sito web e su Instagram all’indirizzo @ianmitchellart.
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